Storie con mio figlio
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Gita ad agosto in Val Muggiasca + idee per una vostra storia
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Gita ad agosto in Val Muggiasca + idee per una vostra storia

una nuova idea per creare una storia coi vostri cuccioli, un invito alla prossima passeggiata e una cronaca dell’avventura al rifugio Grassi

Trentatreesimo episodio

il signor succo

Benritrovati e un benvenuto ai nuovi amici. In questo episodio condivido l’audio di una storia creata con mio figlio partendo da un succo di frutta e da un’anguria che stavamo mangiando, sperando vi stimoli a inventare storie animando gli oggetti intorno a voi. Troverete anche un invito alla prossima passeggiata in Val Muggiasca in agosto e la cronaca dell’avventura fatta al rifugio Grassi qualche settimana fa.

Buon ascolto, buona lettura.


La storia

Il succo pretenzioso

un succo di frutta vuole camminare, cerca aiuto, fa un danno irrimediabile ma…

La personificazione degli oggetti permette di costruire storie animando davvero gli oggetti intorno a voi (mi sentirete giocare col succo di frutta reale facendolo camminare, respirare etc.); partire da una situazione assurda - un succo di frutta vivo - vi permetterà anche di svicolare dalla tentazione di rendere morale la storia: la libertà di animare oggetti ci rende più disinibiti nel come proseguire il racconto, o almeno così è stato per me. Nulla di sbagliato che una storia abbia una sua morale ma il problema è che spesso inventando noi adulti tendiamo a cercare una risoluzione morale a tutti i costi e questo imperativo sopprime il piacere del raccontare, l’organicità con cui possiamo far crescere una storia. Nell’episodio 26 “I loro mostri e la nostra paura” avevo già affrontato questo tema delicato, dateci un occhio se l’argomento v’interessa.

Per ascoltare la storia trovate il tasto play in cima all’email. I primi due minuti audio non sono di racconto ma li lascio perché ricordano come le storie nascano dalla quotidianità.

Feedback

Alcuni di voi mi hanno raccontato la loro esperienza d’inventare storie assieme ai propri figli: per esempio un’amica che non si riteneva capace di farlo mi ha raccontato di come da un po’ di tempo sia diventata una cosa abituale, che piace alle sue figlie, che la diverte e che si rivela utile per vivere bene momenti critici, quindi provateci senza timore! Se volete raccontarmi i vostri tentativi potete scrivermi a storieconmiofiglio@gmail.com oppure ne parliamo quando ci vediamo.


La prossima avventura

Val Muggiasca (13 agosto o altri week end di agosto)

Dove la Valsassina sbuca sul lago di Lecco, quella è la Val Muggiasca, con mulattiere, boschi e frazioncine sospese tra lago e monti. La conosciamo anche perché un nostro amico ha un terreno laggiù (vedi l’ep. 30 “Perché è importante un tuo rifugio in natura) e cercando sulle mappe ho scoperto la chiesa di San Grato da cui si ha una vista affascinante del lago, l’idea è quella di lasciare la macchina a Vendrogno, salire a San Grato, da lì possiamo salire a Busè, un micropaesino che pure penso abbia una bella vista, e se abbiamo tempo andare ad un alpeggio-gruppetto di case chiamato Tedoldo, dove tra l’altro il 13 agosto si tiene la festa annuale (vedi foto sopra). Poi si può tornare giù dalla stessa strada o fare un giro ad anello. Se arriviamo fino a Tedoldo credo saranno circa 300 metri di dislivello, 6-7 km, 3-4 ore di camminata. In parte sono mulattiere, in parte sentieri. Faremo un picnic così spendiamo poco e possiamo mangiare quando vogliamo. Farò un sopralluogo questo lunedì per capire il percorso migliore, essendoci varie tappe si può accorciare alla bisogna.

So che in questo periodo ognuno ha i suoi impegni, quindi se volete venire, anche se non potete domenica 13 agosto, scrivetemi un messaggio in questi giorni dicendomi il weekend di agosto in cui potreste (vorrei farla entro il 3 settembre) e cerco di capire il giorno migliore per tutti. Scrivetemi al 3336112174

Cronaca dell’avventura al rifugio Grassi

Ricorderete, qualche giorno fa siamo andati al Rifugio Grassi, sospeso tra la Valsassina e le valli bergamasche; è la prima volta che, grandi e piccini, abbiamo dormito in rifugio. A metà salita abbiamo pranzato in un prato scosceso bucherellato dalle marmotte; la sera abbiamo conosciuto il figlio del rifugista che ci ha portato a visitare un posto segreto, una miniera dismessa fredda e scura che loro usano come frigo naturale: in fondo alla galleria c’era un muro con un piccolo foro da cui fuoriusciva un’aria gelida, la nostra piccola guida ci ha raccontato che dietro si celava una galleria verticale. Nella miniera abbiamo scoperto altri misteri che non posso raccontare. Usciti fuori, il nostro piccolo amico ci ha rivelato che tutte le sere una volpe si avvicina al rifugio per cacciare le galline del pollaio:

“Possiamo vederla?”, facciamo noi

“Nascondiamoci in soffitta e spiamo dalla finestra, è l’unico modo”, fa lui.

Pom pom pom, montiamo sulla scaletta di legno e siamo nel buio del tetto, lui è alla finestra per primo,

“Eccola!”, ci facciamo attorno a lui ma “No, è andata via”.

Forse la volpe trovando il pollaio chiuso non ha perso tempo, forse sapeva di essere spiata.

La mattina ci siamo svegliati col rifugio tutto avvolto dalle nuvole e quando il cielo si è un po’ aperto siamo scesi in Val Biandino, dove ci aspettava la Land Rover del Tavecchia che bom bom bom ci ha portati giù a Introbio, dove le nostre macchine ci aspettavano.


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A presto,

Francesco

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