I loro mostri e la nostra paura
un quesito sempre aperto + una proposta di passeggiata al Monte Stella sabato
Benvenuti al ventiseiesimo episodio di Storie con mio figlio.
Mio figlio, come molti bambini, è attratto dai mostri. Il tirannosauro, i mostri de “Nel paese dei mostri selvaggi”, gli orribili “nani giganti” dell’affascinante “Il grande libro degli gnomi”: l’interesse è netto.
Anche quando creiamo le nostre storie questa predilezione esce, anche se con meno forza. Inventando una storia con lui, sento che il mio istinto mi porta a ricercare una narrazione che abbia un quadro morale, in cui per esempio il mostro è o diventa buono, oppure viene sconfitto. Me ne sono accorto due giorni fa: mio figlio mi aveva chiesto una storia con protagonista un tirannosauro. Ho ripreso il mood della nostra storia “Il cuore di mamma dinosauro”, raccontando di un Rex che dava da mangiare ai suoi cuccioli le uova di alcuni uccellacci che abitavano vicino, un rex mamma insomma, non tanto per buonizzarlo quanto per cercare più sfumature in questo animale sempre dipinto solo a sbranare. Ma è pur vero che il rex è il rex, e mio figlio coi suoi suggerimenti non ha esitato a ricordarmelo: il rex è finito a litigare con gli uccellacci e per sistemare le cose interveniva un brontosauro amico del rex, che cercava di ammonire entrambi le parti a convivere pacificamente. Mentre le parole mi scivolavano di bocca, mi autoannoiavo, il taglio moralista stava facendo morire la narrazione. Allora la provocazione di oggi è questa:
forse è meglio resistere alla tentazione di farsi pilotare dai valori che vogliamo passare loro mentre inventiamo una storia?
Ci ho provato il giorno dopo: mentre gli raccontavo una nuova storia, tutte le volte che sentivo di aggiungere un dettaglio per renderla più buona, mi trattenevo, cercavo altre strade. Il risultato? Pessimo: la storia è venuta fuori così insignificante che a distanza di un giorno non mi ricordo più nemmeno di cosa parlasse. Mentre la creavo sentivo che stavo sopprimendo il fuoco che normalmente mi spinge a fare felice mio figlio, di fatto stavo limitando la mia creatività, la gioia del creare.
Una risposta definitiva non credo ci sia, per questo le storie belle sono sempre un po’ inspiegabili. Quando si scrive o progetta una storia in anticipo, si può tornare sulla trama, decidere di aggiungere dettagli più realistici, cancellare un pezzo posticcio.
Ma quando la improvvisiamo insieme ai nostri figli, il timone va tenuto dritto verso la relazione, la dimensione direi teatrale, del gioco gioioso insieme. Se rimaniamo in ascolto della sensibilità dei bambini, qualche magia succede.
Un altro modo per svincolarsi dalle narrazioni moraleggianti e stimolarli con racconti meno lineari, con più ombre, è quello di raccontargli episodi della nostra vita, o di persone a noi vicine, come ho provato a fare in Il mio angelo di Londra: una storia di vita : in superfice è una storia feel good, in realtà c’è la componente del mistero, del distacco, della sofferenza, come succede se si scava in tutte le esperienze significative di vita. Tutti abbiamo queste esperienze, basta buttarsi ed aprirci con i nostri figli.
Letture
Concludo creditando l’influenza che in queste mie riflessioni sta avendo un libro prezioso che sto leggendo e che vi ho già segnalato, “Di cosa parlano i libri per bambini”- la letteratura per l’infanzia come critica radicale”, edito da Donzelli. L’autrice Giorgia Grilli ci spinge ad avere il coraggio di riconoscere nei nostri bambini tutta l’alterità di cui sono portatori. L’elenco di libri che fa nei primi capitoli (da Nel paese dei mostri selvaggi di Maurice Sendak a The dead bird di Margaret Wise Brown , a Stavo pensando di Sandol Stoddard, fino alla digressione cinematografica su Giochi proibiti di René Clément) è uno sprone a non soffocare il misterioso, il mostruoso, il non bambinesco che i nostri figli amano e inseguono con perseveranza, lasciandocene anzi ispirare e nutrire.
Auguro a me e a voi di avere questa sensibilità, anche mentre proviamo ad inventare una storia.
Se volete condividere i vostri pensieri su questo tema, ne sarò molto felice.
L’avventura
sabato 4 marzo, 10 di mattina, Monte Stella di Milano
Per la passeggiata in Valgrande, ho trovato un rifugio ancora più affascinante, la Casa dell’Alpino, in quella zona i rifugi aprono tutti però non prima del 25 aprile. Nel frattempo vorrei proporvi qualcosa di nuovo per questa settimana: sabato 4 marzo , alle 10 di mattina, vorrei fare una passeggiata al Monte Stella di Milano: ci possiamo trovare al parcheggio vicino al XXV Aprile e poi da lì partire. Venite con scarpe adatte per arrampicare un po’ se potete, prenderemo anche dei prati in salita, un po’ come in montagna. Nel frattempo raccoglieremo la spazzatura che troviamo nei prati, portatevi dietro un sacchetto grosso e dei guanti. Arrivati in un punto riparato, possiamo fermarci in cerchio ad inventare una storia, ambientata lì o dove ci piacerà. Sono benvenuti anche gli adulti senza bambini. Per sabato dovrei avere anche le copie del nostro libro Danny e il fiore della Val d’Intelvi, sarebbe una bella occasione per darvelo di persona. Scrivetemi (storieconmiofiglio@gmail.com) o chiamatemi per confermarmi la vostra presenza.
Buone storie, buone avventure,
Francesco