Storie con mio figlio
Storie con mio figlio
23-9 gita Monte Isola + storia sul sentiero
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23-9 gita Monte Isola + storia sul sentiero

alla scoperta dell'isoletta in mezzo al Lago d'Iseo + una storia inventata con mio figlio salendo in Val Biandino + cronaca dell'avventura in Val Muggiasca
la messa in Val Biandino dopo la salita da Introbio

Benvenute~i al trentaquattresimo episodio.

Un benvenuto alle nuove iscritte Maria Elena e Nena.

La storia

Dei moscerini ricevono una soffiata: al rifugio Tavecchia, su in Val Biandino, c’è un formaggio con un profumo pazzesco e vogliono andarci per sniffarlo ben benino. Ma una mosca impicciona li ascolta, va dalla sua amica aquila e…attenzione, ci sono anche le formiche velenose.

Il 5 agosto salivamo un sentiero per andare alla festa più sentita d’Introbio, la Madonna della Neve: ogni anno gli introbiesi e i valsassinesi vanno in Val Biandino per ricordare il voto fatto alla Madonna per scampare all’epidemia di colera del 1830.

La salita era abbastanza lunga, mio figlio era stanco e abbiamo iniziato a raccontare una storia.

Con l’audio salirete insieme a noi, circondati dai rumori di sottofondo (jeep che arrivano, elicotteri che portano in alto gli anziani, amici incontrati sul sentiero), la storia poi s’interrompe perché succede qualcosa, è stato gettato un seme per riprenderla un’altra volta.

Per ascoltare l’audio cliccate sul player in alto, buon ascolto.


💡 Suggerimento per le vostre storie

Fare una storia “live”, che accade nei luoghi in cui state passando, è perfetto per mischiare fantasia ( le mosche, i moscerini e l’aquila parlanti) con il luogo dove vi trovate e state andando (nel nostro caso il sentiero e poi la Val Biandino dove si trova il rifugio Tavecchia), giocando attorno all’idea di storia come meta di un viaggio.


Il retroscena educativo

Una domanda che ricevo a volte è quale collegamento ci sia tra l’inventare storie con mio figlio e il proporre passeggiate in natura insieme. Il motivo sta nell’idea che la narrazione buona, che ti segna nel tempo, è quella che ci si scambia e che s’impasta col vissuto, che nasce dal condividere luoghi e relazioni. Oltre alle storie che inventiamo io e mio figlio o tra amici mentre facciamo le passeggiate , ci sono poi quelle che si raccolgono con chi si incontra nel cammino:

da quando abbiamo passato la notte al rifugio Grassi, io e mio figlio siamo tornati più volte sul racconto della volpe che il figlio del rifugista ci ha fatto durante la nostra escursione serale in miniera, e lo abbiamo arricchito con altri nostri personaggi (amici delle passeggiate e non), allargando il luogo di partenza del racconto originario (il rifugio grassi, visto davvero e dove la volpe s’aggira) ad altri luoghi da cui la volpe avrebbe potuto provenire (la Valsassina per esempio, dove già abbiamo il nostro repertorio di storie con le volpi, anche lì in parte vere in parte inventate) . L’ibrido tra esperienza e invenzione è un atto benefico perché ci diverte nel giocare a ipotizzare percorsi alternativi alle storie già sentite e comportamenti alternativi degli amici che conosciamo; inoltre raccontare partendo da esperienze vissute ti fa venir voglia d’immaginare dove vorresti andare, le storie diventano un ponte tra le avventure passate e quelle future.

Passeggiando e raccontando, mentre le amicizie si ritrovano da una gita all’altra e mentre le avventure raccontate s’incatenano a vicenda, i bambini ( e noi adulti) si ritrovano a camminare sopra un filo di senso. Questo filo è importante che non sia tessuto e condiviso solo dal genitore verso il proprio figlio: per questo sto iniziando a fare passeggiate in luoghi proposti e conosciuti dagli amici, per far passare a mio figlio l’idea che le storie dei luoghi sono sempre portate dalle persone e che ogni amico serba un racconto speciale da rivelarci, un’avventura in cui introdurci.

L’avventura

23-9, Monte Isola

Il lago d’Iseo e i monti attorno mi attirano da tempo e il nostro amico Nicola mi ha consigliato di andare ad esplorare Monte Isola, l’isoletta in mezzo al lago. Ecco la proposta: andiamo col traghetto a Carzano, poi andiamo a piedi fino a Siviano (facendo il lungo lago, ci saranno anche 500 metri di carreggiata), da Siviano saliamo se riusciamo fino al Santuario Madonna della Ceriola.

Km totali a piedi ( andata e ritorno incluse) circa 7. Dislivello + 300 metri; difficoltà: facile, mulattiera e carrabile. Se vediamo che siamo stanchi possiamo fermarci un po' prima, i punti panoramici non mancheranno. 

Ci troviamo all’imbarcadero di Sale Marasino sabato 23 settembre alle 9.15 . Puntiamo a prendere il traghetto delle 9.45 (mappa ritrovo imbarcadero: https://goo.gl/maps/UMQSZZuZwKftFfRo9 ). 

Ci sono vari parcheggi liberi a Sale Marasino vicini all’imbarcadero, il più grande che ho trovato dovrebbe costare 5 euro al giorno ed è questo: https://goo.gl/maps/HKcaqieX8f8njnbH6. Presumo che di sabato si riempiano, quindi se riuscite provate ad arrivare un po’ prima. 

Costi: oltre al possibile parcheggio di circa 5 euro, il traghetto costa 2,40 a viaggio a persona, i bambini tra i 4 e i 13 anni pagano la metà. In più c’è un “contributo di sbarco” sull’isola di 1.50 € a persona. In più c'è l’autostrada e la benzina.

Si pranza al sacco.

Vestiario: possibilmente scarponcini o almeno scarpe da trekking, anche per i bambini.

Quando avete deciso di venire mandatemi un sms-wazzup al 3336112174.  


Cronaca dell’avventura a Tedoldo, Val Muggiasca

Ricorderete, siamo andati in Val Muggiasca qualche weekend fa, c’era la festa annuale all’alpeggio di Tedoldo, è una salita dolce, alla festa abbiamo chiacchierato con alcuni abitanti estivi della frazioncina, che ci hanno raccontato come il paesino era mezzo morto e ora rivive con le nuove generazioni che hanno avuto figli e vanno là per godere anche della libertà che i bambini hanno di muoversi. A tavola abbiamo chiacchierato poi con due signori della Brianza: guardando davanti a noi, sull’altro lato del lago di Como, spuntava prominente una vetta, ci hanno spiegato che era il monte Grona e che “quel puntino bianco la sotto è dove c’è il rifugio Menaggio, ci siamo stati, potreste andarci anche coi bambini”.

Alcuni di noi hanno girovagato nella pineta sopra Tedoldo, dove abbiamo trovato qualche fungo (ssssh, non ditelo). Sulla strada del rientro ci siamo fermati alla chiesetta di San Grato, da dove il lago pare avvicinarsi a te, lì abbiamo scambiato delle prugne taiwanesi con una coppia, gli abbiamo mostrato di fronte a noi il rifugio Menaggio appena scoperto, ma lo conoscevano già, loro invece ci hanno consigliato di andare sul Legnoncino, partendo da Premana.

Siamo poi scesi in Valsassina e siamo passati a trovare la nostra amica Angela con la sua magica fattoria, ma questa è davvero un’altra storia.

Ci vediamo presto.

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