Storie con mio figlio
Storie con mio figlio
Viaggio nello spazio profondo: avvicinarci al mistero
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Viaggio nello spazio profondo: avvicinarci al mistero

su un'avventura nello spazio, sui limiti delle cose di cui parlare coi propri figli e qualche dettaglio sulla passeggiata di domenica 22.

Benvenuti al ventunesimo episodio di Storie con mio figlio.

Oggi provo ad introdurre una novità: in alcuni episodi sarà possibile leggere la trascrizione del dialogo tra me e mio figlio. Questo per venire incontro a chi tra voi mi ha detto che non ha tempo di ascoltare il podcast, ma legge con piacere l’email; inoltre a volte la forma scritta mette più a nudo certi passaggi, facilitando la riflessione. Questo non toglie che l’audio con le voci vere sia per certi versi insostituibile. A voi la scelta. Eccovi un esempio:

 Papà: dipende dal pianeta, perché ci sono dei pianeti che hanno la forza di gravità più forte, quindi è più difficile poi allontanarsi, staccarsi dai pianeti con la forza di gravità forte.
Figlio: Forse ci sono delle astronavi che poi c'è il pianeta fortissimo così poi questo è il pianeta, toooc (mima l'astronave che si stacca)
Papà: Eh, lì ci vuole molta benzina però, molto gas.
Figlio: No, questa era molta benzina. Perché sui pianeti del cielo: attenzione, perché là c'è una gravità fortissima che ti attira. Se questa (prende un'acino d'uva), è debole, poi va sul pianeta fortissimo, ergh,
Papà: Non si stacca più.
Figlio: E non riesce a staccare. Se questo è il pianeta, è molto forte, questa astronave poom, si riesce a staccare più facilmente. Ma questo è piccolissimo, l'uva.

Vi ricordo che per chi sceglie di abbonarsi rimane un’offerta molto conveniente sull’opzione annuale, questa scelta garantirà anche a me maggior stabilità economica, permettendomi di proseguire con serenità in questo progetto che amo.

Il retroscena educativo

Da qualche tempo mio figlio è curioso di stelle, pianeti e via dicendo. Proprio ieri mi chiedeva “ma cosa c’è alla fine dello spazio, si cade?”. Il tutto credo sia nato con i vulcani, le prime domande erano sulla provenienza di questa materia incandescente, poi da lì si è parlato a volte di sole, luna e stelle. Anche le astronavi per raggiungere la luna hanno contribuito alla sua fascinazione. Un giorno eravamo in biblioteca e lui ha preso un mano un libro di foto dello spazio, quelle tutte colorate con nebulose, stelle che esplodono eccetera. Era un libro per adulti, ma l’abbiamo preso comunque e da lì l’interesse è aumentato.

Sulla questione libri da leggere - età adatta per il bambino, sono dell’idea che potenzialmente qualsiasi libro vada bene, nel senso che se lo si guarda insieme, si adattano le parole e si crea una propria narrazione mentre lo si sfoglia, tutto è scopribile insieme e noi adulti ci divertiamo di più perché sfogliamo qualcosa che stimola di più anche noi. Loro ascoltano il nostro racconto sul libro, non il libro direttamente, e anche questo processo di traduzione è divertente e stimolante per noi. Ci sono libri “per grandi” con illustrazioni bellissime e chiarissime ed è un peccato privarci di questa gioia, l’importante è che gli creiamo noi il viaggio, a quel punto, se noi traduciamo, qualsiasi libro è permesso e gli instilliamo il gusto di scoprire e di non temere i libri. Non sto certo dicendo che non esistano “fasce d’età” per i libri legate al linguaggio, ma nel momento in cui non sono loro a leggere da soli, questo discorso salta.

Non tradire la sete di domande

Credo che si debba rispondere sempre a tutte le domande che un bambino ci pone, anche le più difficili per noi, mostrando a volte di non sapere ma facendo la fatica di provare a trovare la risposta, non lasciando cadere nessuna domanda. Questa certezza che noi, alla loro domanda “Perché il sole è lontano?” o “Perché le bolle d’aria esplodono?” o “Perché si muore?”, non gli rifileremo una risposta-toppa, il fargli vedere che noi a fatica stiamo trovando insieme a loro la risposta vera, è per un bambino uno stimolo molto forte al piacere di scoprire, alla bellezza di farsi domande, in sostanza all’appassionarsi al mondo.

Da quando è nato mio figlio ho scoperto quanto la fisica, le cose scientifiche siano una scoperta continua e appassionante per entrambi, anche perché molti dei loro perché gravitano attorno alla fisica e alle sue leggi.

L’ho scoperto facendo i bagnetti, quando cominciava a chiedermi, e io con lui, cosa fossero le bolle d’aria, perché alcune cose salivano e altre no, e ho continuato a scoprirlo ogni volta che una candida domanda arrivava (cos’è la nebbia? Perché cade la neve? Perché l’acqua che bolle fa fumo?). Ogni volta, se non vogliamo dargli la risposta-non risposta, è un viaggio di scoperta anche per noi, soprattutto per quelli come me che si considerano della ex-categoria di studenti che per le cose scientifiche non sono portato. E’ una sciocchezza, la fisica con mio figlio è un’emozione di cui non potrei più privarmi, che mi ha fatto tornare a mia volta bambino.

non si tratta di cercare d’infarcirgli la testa precocemente di nozioni per “dargli un piccolo vantaggio in futuro”, si tratta semplicemente di prendere seriamente le loro domande e di appassionarli al mondo.

La storia

Ascolterete di un pianeta in cui ancora vivono i dinosauri, di un gruppo di astronauti impavido che marcia verso un gruppo di stelle infuocate, di un pianeta Blu dove c’è vita, per tornare poi a planare sulle opportunità reali che la terra, e Milano, offre alla curiosità di grandi e piccini.

L’avventura

Per la passeggiata sulla Greenway del lago di Como di domenica 22, si tratta di un percorso di 8km incluso il ritorno, in piano o con facili salite. Ci fermeremo a mangiare qualcosa in un’osteria sulla strada, ne ho individuata una molto carina che potrebbe fare al caso nostro (la trattoria del Santuario), ma devo capire coi nostri amici Paolo e Fulvia se viene comoda rispetto alla strada. Se ci saranno bambini presenti e l'occasione sarà propizia, inventeremo insieme una storia ambientata in quei luoghi. Si tratterebbe di raggiungere Colonno in macchina, ci ritroveremo a Colonno per le ore 10, all'altezza del parcheggio di fronte al porticciolo (via Statale 35, Colonno), a fine passeggiata si tornerà poi al punto di partenza. Non ci sono costi di partecipazione, per avere dettagli e aggiornamenti sulla partecipazione scrivetemi a storieconmiofiglio@gmail.com o via wazzup. Se siete nuovi della newsletter e volete scoprire il perché di queste avventure, leggete la pagina About.

Buon ascolto (il podcast è in alto), buona lettura (la trascrizione qui sotto) e a domenica prossima!

Ps: se avete amici-genitori a cui pensate potrebbe piacere questa newsletter, magari girategli l’email!

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Trascrizione integrale del podcast:

(la trascrizione rispetto all’audio è stata leggermente modificata per chiarezza)
Papà: La storia di un'astronave?
Figlio: Voglio la storia dei dinosauri, che è caduta la pietra.
Papà: Con l'astronave dentro anche?
C'era una volta questa astronave, dei signori che stavano partendo
Figlio: Hanno un amico che forse deve andare veloce perché ci sono i dinosauri e sta cadendo la pietra ,
Papà: Quindi c' era questa astronave che stava partendo perché c'erano i dinosauri che stavano arrivando.
Figlio: No, che stavano morendo, per questa pietra.
Papà: L'astronave parte, e perché scappa via?
Figlio: No. La pietra era già caduta. Vanno a guardare cos'era quella pietra.
Papà: Ok, quindi praticamente c' era questa pietra che era caduta. Era un pianeta, non era la terra, perché sulla Terra non ci sono piu' dinosauri. Era un altro pianeta in cui erano riusciti ad andare con un'astronave. Avevano scoperto che su questo pianeta c' erano ancora i dinosauri, pero' stavano cominciando a cadere delle pietre su questo pianeta, infatti stava cominciando alzarsi un sacco di fumo e stava succedendo un po' la stessa cosa che era successa sulla Terra in pratica, allora queste persone che vivevano su questo pianeta prendono di nuovo l'astronave per cercare di capire un po' meglio da dove arrivassero queste pietre che cominciavano a cadere, per cercare magari di fermarle
Figlio: Loro hanno un grosso martello che, quando lo appoggiano su una pietra, la pietra si spacca.
Papà: Okay, a quel punto decidono di lanciare il martello, perché sennò se loro danno il colpo di martello ma stanno vicino al martello con l'astronave, poi tutti gli schizzi delle pietre gli arrivano addosso. Allora provano una cosa un po' più furbettina: staccano il martello che comincia fu fu fu fu fu, a volare contro questa pietra tu tu tu tu tu, paam, la colpisce, un sacco di schizzi di pietre vanno in giro . All'astronave mettono tutti i vetri di ferro per proteggerla dai colpi, arrivano un po' di schizzi di pietre tipo grandine, però riescono a stare comunque nello spazio.
Figlio: Lo spazio. Lo sai che c'e' un gruppo di stelle? Si, la' vogliono andare, però è molto lontano.
Papà: Andiamo a farci un giro la' ,quel gruppo di stelle lì' mi è sempre piaciuto. Ma guarda che è lontanissimo, come facciamo? Non so, accendiamo i motori. Abbiamo abbastanza benzina? Ma no, è impossibile è troppo lontano, dicono alcuni. Altri invece dicono no, dai, proviamo, proviamo, secondo me ce la facciamo.
Figlio: Loro mettono tanta benzina, poi con un motore fortissimo fanno tccch. Come fanno?
Papà: Ma soprattutto come fanno perché il gruppo di stelle sono tutti dei soli, quindi bruciano tantissimo. Come fanno ad avvicinarsi così tanto?
Figlio: Loro prendono un martello, quello fortissimo, che rompe tutto.
Papà: Eh ma rompono anche le stelle? Ma no perché, poverine, devono rompere le stelle? Secondo me devono fermarsi un po' prima, perché le stelle scottano troppo.
Figlio: Ma quell'astronave era di martello, di legno. era tutta di diversi materiali fortissimi che non bruciano.
Papà: Ma siamo sicuri che stiamo andando così vicini qui alla fine? Poi cosa facciamo? Andiamo nel fuoco. Ma...
Figlio: loro hanno tanta benzina, tanto cibo, non finisce mai, non finisce mai la benzina, non finisce mai il cibo, non finisce mai l'aria.
Papà: Ok, , si avvicinano. Però c' era un gruppo che voleva fare invece un giro in un altro pianeta, che avevano visto mentre passavano, che sembrava carino: sembrava ci fosse un po' di azzurro anche, dicono "quello li' magari è un pianeta più simile alla Terra, magari potremmo fermarci a fare un giro lì". Allora decidono di dividersi, c'è un gruppo praticamente che si stacca: dentro l'astronave c'era un'altra astronave, come una piccola barca che poteva staccarsi.
Figlio: Poi loro mentre stanno andando di là, sempre nel gruppo di stelle, vedono un grande grande grande grande grande sole, e loro sapevano che il sole era pericoloso perché scotta. Loro chiamano (quelli) del pianeta Blu: "Guarda che c'è un sole, noi ci scottiamo".
Papà: "Eh, ve l'avevamo detto", dicono gli altri. "Eh, voi volete fare le cose pericolose".
Figlio: "No, noi stiamo andando nella direzione precisa, però c'è un sole grande, come facciamo?"
Papà: "Eh fateci un giro intorno, non potete andarci addosso perché sicuramente si ci andate addosso bruciate tutti, anche se è resistente l'astronave".
Figlio: Ma questa astronave è resistente molto.
Papà: Ho capito, ma se vai contro il sole a un certo punto ti scontri, comunque.
Figlio: Però questa astronave c'è il fuoco anche, brucia il sole.
Papà: Ah, è un'astronave col fuoco? Mamma mia che astronave. Eh ma quel sole lì magari è importante per altri pianeti. Perché è come il nostro sole, che serve per far vivere la terra, magari intorno a quel sole lì c'è una terra. Anzi, magari il pianeta blu viene riscaldato proprio da quel sole lì.
Facciamo così :c' erano queste persone che erano andate sul sole, ok? Poi c' erano quelli che erano andati sul pianeta blu, per vedere com'era e ce n'erano alcuni che erano tornati sul pianeta dove c'erano i dinosauri, per vedere cosa stava succedendo.
E in effetti là c'erano un po' di pasticcetti, c'erano molte pietre che stavano ancora cadendo.
Figlio: Allora fanno col martello: eboom, eboom, eboom, eboom, eboom, eboom. Spaccano
Papà: Cercano di rompere tutte le meteoriti? . Invece sul pianeta blu trovano che c' erano dei laghi ,dei fiumi e dei ruscelli che scendevano dalle montagne, e c' erano...
Figlio: Ma è strano: sul fiume c'era un po' di stelle, un po' di fuoco, un po' di cielo, quelle robe là.
Papà: C' era un po' di acqua che bolliva, c' era un po' di acqua, ma ancora un po' calda, c'erano un po' di moscerini, un po' di uccelli che volavano, tipo con le ali grosse e forse anche lì, magari non c'erano ancora i dinosauri, ma c' erano degli animali simili, magari un po' di tipo coccodrilli, quegli animali lì.
Figlio: Però là, nel pianeta Marte, era successo, c'erano ancora i dinosauri, però sul pianeta Marte, stavano cadendo le pietre.
Papà: Anche lì?
Figlio: Sì, hmhmhm, poom.
Papà: Allora c' erano le persone dalla terra che stavano controllando, perché il pianeta Marte è vicino alla Terra, e vedono che anche lì continuavano a cadere le pietre. Alla fine tutti decidono che vogliono tornare un po' a casa , quindi tornano sulla terra e fanno un grosso incontro a tavola, s'incontrano tutti questi qua che stavano volando in giro per lo spazio e mentre mangiano un po' di pasta col pesce, un po' di frutta, un po' di mandarini, dicono: "Ma allora cosa facciamo?" Magari fanno più viaggi: uno va da una parte, uno va dall'altra, però si devono preparare bene, non possono girare così: "Andiamo di là. No, Andiamo di qua".
Figlio: Prima si vestono, di come è il pianeta, fanno uno zaino con tante robe di cibo, poi la benzina, poi il fuoco. Ma come fanno a tornare? Dopo che sono sul pianeta, c'è il fuoco sotto, poi c'è l'acqua che non fa bruciare. Ma quelle cose lì dove sono?
Papà: Come fanno ad atterrare, dici?
Figlio: No. Come fanno a ritornare col fuoco, con l'acqua, con la benzina?
Papà: A ripartire? Quando atterrano per poi ritornare sulla terra? Eh quella una bella domanda. Non lo so. L'avevamo chiesto anche l'altro giorno a Janet. Bisognerebbe guardare bene. Si porteranno dietro dell'altra benzina e ripartiranno facendo un altro lancio. Non so bene come facciano. Quando sono andati sulla luna, per esempio, non so come hanno fatto a tornare sulla terra. Probabilmente c'è una navicella che rimane staccata dalla luna e una che va sulla luna. E allora quelli che sono andati sulla luna poi con un filo forse sono stati ritirati su dall'astronave che era un po' più in alto e poi usando la forza di gravità della luna hanno girato un po', hanno riacceso i motori e sono tornati sulla terra. Non so bene. Però dipende dal pianeta, perché ci sono dei pianeti che hanno la forza di gravità più forte, quindi è più difficile poi allontanarsi, staccarsi dai pianeti con la forza di gravità forte.
Figlio: Forse ci sono delle astronavi che poi c'è il pianeta fortissimo così poi questo è il pianeta, toooc (mima l'astronave che si stacca)
Papà: Eh, lì ci vuole molta benzina però, molto gas.
Figlio: No, questa era molta benzina. Perché sui pianeti del cielo: attenzione, perché là c'è una gravità fortissima che ti attira. Se questa (prende un'acino d'uva), è debole, poi va sul pianeta fortissimo, ergh,
Papà: Non si stacca più.
Figlio: E non riesce a staccare. Se questo è il pianeta, è molto forte, questa astronave poom, si riesce a staccare più facilmente. Ma questo è piccolissimo, l'uva.
Papà: Quest'uva è piccola
Figlio: E' caduto.
Papà: Allora finiamo qui la storia?
Figlio: No, non è ancora finita.
Papà: No, non è ancora finita?
Figlio: Adesso questo è il pezzettino che ho fatto un po' io, adesso fai tutto tu.
Papà: Praticamente c'erano loro che erano a tavola e decidono di fare questi viaggi. Allora preparano tutte le astronavi, decidono di partire tutte insieme nello stesso giorno, tutta una grande pista con tutte le astronavi pronte, contano: dieci nove otto sette sei cinque quattro tre due uno, wwwwwuuuuuu, tutte che partono in cielo, tutte che prendono direzioni diverse: una andava verso Marte, una andava verso il pianeta dei dinosauri, uno andava verso il gruppo di stelle e una andava verso il pianeta Blu. Tutti che viaggiano: quelli che andavano verso Marte sono i primi che arrivano, perché era il più vicino di tutti: "Eh siamo arrivati! Qui ci sono un po' di pietre, dobbiamo stare attenti, però ci siamo messi dalla parte di Marte un po' dietro, che non arrivano le pietre, ci siamo nascosti in una grotta che abbiamo trovato, così anche se cadono le pietre non succede niente", invece quelli che arrivano sul pianeta Blu dopo un po', perché era un po' più lontano, dicono "Qui c'è sempre molta acqua calda, però abbiamo visto anche degli alberi molto grossi, con delle foglie grossissime. Ci sono due soli", "Eh, due soli?", "Si si, ci son due soli che girano in contemporanea".
Figlio: Come fanno?
Papà: Eh, perché cerano due stelle li' vicino. Non ce n'era solo una. Quindi dice: "Ma qual è il sole più vicino?", "Eh ce n'è uno che è un po' più grosso, quindi noi giriamo forse intorno a quel sole lì, però c'è anche un po' di spostamento verso un'altra stella che ci attira anche lei .Qui è abbastanza carino, però fa un po' caldo. È un po' umido, c'è molta umidità". "Si respira bene?", "Eh sì, sì respira ma è meglio tenere le bombole, perché l'aria non è proprio pulita", "Insomma, dai, fateci sapere, fateci sapere". Intanto quelli che andavano verso le stelle dicevano che faceva caldissimo. "Eh, ve l'avevamo detto che faceva caldo", "Non si vede niente, è fortissimo, c'è un sacco di luce, vogliamo fare delle belle foto per capire bene questo gruppo di stelle, poi magari anche qui ci sono degli altri pianeti", "Eh, magari le stelle quelle li' sono quelle che fanno luce al pianeta Blu". E poi c' era l'altro gruppo che andava sul pianeta dei dinosauri, va' li' e vede che non c'erano più pietre che cadevano. Però il problema è che c' erano molte nuvole, infatti alcuni dinosauri, quelli che mangiavano le erbe, quelli grossi, stavano cominciando ad avere problemi a mangiare gli alberi, perché gli alberi cominciavano a morire e loro non riuscivano più a mangiare bene. Allora decidono che provano con un grosso ventilatore a spingere un po' via il fumo, però era tantissimo il fumo, non era facile
Figlio: E poi i ventilatori fortissimi, tututututu, e tutto il fumo va via e ritorna il sole, e ritornano le piante e ritornano i dinosauri E poi è strano: tutte le pietre sono scomparse nel gruppo piu' lontano delle stelle. Perchè loro con questo ventilatore hanno fatto tutto via. Chiamano quelli: "Venite che ci sono i dinosauri, è strano!", e vengono. Fai tutto tu adesso.
Papà: Ok quindi praticamente tutti, quando scoprono che di nuovo era tornato il sole, c' era un sacco di gente sulla terra che vuole andare a vedere questi dinosauri ,dicono: "Ah, vogliamo andare anche noi". "Eh, però costa tanto fare le astronavi". Allora c'era un signore che aveva molti soldi che stava costruendo un po' di astronavi, E c'è un gruppo di persone che vuole andare a vedere questi dinosauri. Partono, arrivano anche loro su questo pianeta, però cercano dei dinosauri anche grossi, loro volevano fare le foto, volevano fare un sacco di cose, ma questi dinosauri appena li vedono , eh cominciano a fare un po' i furbettini per cercare di mangiarli, allora loro risalgono sulle astronavi e cominciano a girare intorno al pian eta, tipo aereo, stanno un po' lontani, stanno un po' vicini, per vedere questi dinosauri senza senza essere presi, e i dinosauri quando li vedono forse pensano che siano degli uccelli, perché erano queste eliche tutututu, che giravano. Poi alla fine si ricordano che non hanno preso abbastanza mangiare, allora decidono di tornare di corsa sulla terra. Alla fine, quando i signori che avevano messo la benzina nell'astronave del signore ricco gli dicono: "Guardi che adesso bisogna pagare la benzina", "Eh, va beh, quant'è?" , "Eh costa mille milioni di euro", "Mamma mia, così tanto?".
Figlio: Si, perché l'astronave costa tanto
Papà: E poi la benzina costa tanto, "Mamma mia, adesso come faccio? Eh datemi i soldi, voi che siete andati a vedere i dinosauri", "Dieci euro?", No, che dieci euro, oh, io ho speso tantissimo", "Eh, ma noi non abbiamo tanti soldi","Eh, ma come no, blablablabla", Allora basta: da quel giorno in poi decide che non può più fare viaggi, perché costano troppo, e quindi dopo un po' cominciano a fare un po' meno viaggi, cominciano ad andare a fare un po' piu' di giretti in montagna, magari andare a vedere i musei anche qui in Italia
Figlio: E poi decidono che loro non vogliono piu' fare viaggi, decidono che l'areo è più calmo.
Papà: Eh decidono che fanno dei viaggi più sulla terra e cominciano a fare un po' di giri in posti in cui non erano mai andati, proprio dove avevano trovato i dinosauri. Perché ci sono tanti posti in cui hanno trovato i dinosauri. Vanno a vedere, guardano le pietre che c' erano. Si appassionano molto alle cose che possono vedere sulla Terra, dicono: "Mamma mia, quante cose che possiamo scoprire sulla Terra: e questa pietra, e da dove viene? Eh c' era il vulcano qui, e cominciano a raccontare un sacco di storie. Alla fine il signore decide di fare più dei viaggi sulla terra che era più bello, invece di fare tutti quei viaggi lunghissimi che dopo un po' la gente si annoiava, perché stava sull'astronave per tantissimo tempo, tutto buio fuori, "Eh ma qui non si vede mai niente?", Eh, è lo spazio, non è che ci sia molto da vedere, si ogni tanto vedi qualche stella, ma..."
Figlio: Ma a me mi piace
Papà: spazio. Ma a me piace. e dai però ce l'ho. Infatti erano certi che volevano continuare ad andare, però costava tanto e quindi quelli che andavano poi facevano tante foto, le facevano vedere agli altri, facevano tanti video e li spiegavano, facevamo anche degli spettacoli in cui si sedevano tutti sull'astronave, facevano tutto buio e si vedevano tutte le stelle nel cielo, le galassie, sembrava veramente di volare. Ci sono dei posti così anche a Milano. C'è un posto che si chiama Planetario, dove fanno tutto buio e ti fanno vedere tutte le stelle ,che sono finte, però ti spiegano un po' come son fatte
Figlio: Dov'è?
Papà: È vicino a me in porta Venezia, a Milano
Figlio: Ma Porta Venezia è venezia.
Papà: No, è il nome della fermata della metro Porta Venezia. Comunque lì c' è un posto, però ci sono anche altri posti in cui si possono vedere le stelle e i pianeti.
Figlio: Ma io vorrei vedere lo spazio.
Papà: Eh appunto, i pianeti e le stelle sono lo spazio.
Figlio: Ma io vorrei vedere vere stelle, non finte.
Papà: Per quello si può andare nei posti in cui c'è un buio, già per esempio a Introbio si vedono un po'. Però...
Figlio: Ma io voglio vedere bene le stelle.
Papà: Eh, lì bisognerebbe prendere un po' dei cannocchiali fatti apposta.
No, quelle
Figlio: fotografiche. Fai una foto, poi la apri e la guardi.
Papà: Ma tu dici quelli del telefono?
Figlio: Eh sì. Adesso è finita la storia.
Papà: E' finita la storia, basta.
Figlio: No, adesso continua.
Papà: No dai, continua ancora?
Figlio: L'aereo...voglio un'altra storia, questa è un'altra

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