Storie con mio figlio
Storie con mio figlio
Perché il selvaggio conta per i bambini + La volpe d'Introbio
0:00
Ora attuale: 0:00 / Tempo totale: -15:24
-15:24

Perché il selvaggio conta per i bambini + La volpe d'Introbio

l'importanza della natura selvaggia per i bambini, una storia di una volpe e un'idea sulla prossima passeggiata

Ciao a tutti e benvenuti al tredicesimo episodio di Storie con mio figlio.

Questo episodio è diviso in 3 capitoli: L’avventura, dove racconterò dell’importanza di far vivere la natura selvaggia ai bambini, di com’è andata la passeggiata in Val d’Intelvi domenica scorsa e della passeggiata che vorrei fare fra qualche settimana; Il retroscena educativo, dove racconto come la storia è nata e do alcuni suggerimenti per creare una storia con i vostri bambini; La storia, dove trovate la trascrizione del racconto audio La volpe d’Introbio, per leggerlo nella vostra intimità o ad alta voce coi vostri bambini. Buon ascolto, buona lettura.

L’avventura

Eravamo in un’osteria a Erbonne, in Val d’Intelvi, davanti a un tè caldo e dopo una giornata bella e freddolosa. L’osteria si trova in quel gruppo di case che vedete nella foto in alto, al confine tra l’Italia e la Svizzera. La mia amica Fulvia mi raccontava di come a suo avviso, rispetto al passato, i genitori oggi tendano più a portare i bambini in dimensioni ricreative organizzate, come i parchi avventura, i parchi in miniatura e così via, invece che andare a fare una semplice passeggiata in natura. Non se statisticamente questa possa essere una vera tendenza, e non ho nulla a priori contro i parchi organizzati, però la sua riflessione mi ha permesso di rimettere a fuoco le ragioni per cui propongo le gite-avventure. Ci sono due questioni: la prima è che, soprattutto per i bambini che vivono in città, il problema

non è solo la scarsità di natura intorno, ma il tipo di fruizione che ne si fa. Spesso i bambini vengono redarguiti se toccano qualcosa per terra, qualcosa che potrebbe sporcarli, spesso lecitamente visto lo sporco che c’è in città, ma così si allontanano da tutti quegli elementi verso cui sono naturalmente attratti: l’acqua, la terra, le foglie, i rami, i sassi. Si tende a permettere loro di usare alcune aree disegnate, per esempio scivoli e giochi dei parchetti, ma non tutto ciò che è spontaneo, ovvero la natura, il disorganizzato che anche in città c’è. Questo esclude dal loro campo di scoperta il mondo naturale, vegetale, che è uno degli elementi più creativi per loro. Per chi fosse interessato a questi temi, ho letto un libro ben fatto, La scuola nel bosco - Pedagogia, didattica e natura, edito da Macrolibrarsi: parte dalle consolidate tradizioni degli asili nel bosco del nord Europa e analizza vari aspetti dell’importanza dell’educazione in natura, la gestione del rischio etc., sono molti i risvolti importanti che propone e che si possono fare propri anche nella vita quotidiana, a Milano si trova anche in biblioteca.

La seconda questione è che è importante, per gli adulti e tanto più per dei bambini, il contatto regolare con un ambiente propriamente selvaggio, dove la natura domina incontrastata e dove siamo obbligati ad entrare in una dimensione di ascolto, di scoperta, riacuendo i nostri sensi. La natura selvaggia, non organizzata, permette ai bambini di fare esperienza col mistero, in quanto è viva, autonoma ed estranea ai ritmi, ai rumori e alle dissonanze estetiche a cui siamo abituati nelle nostra quotidianità. Non a caso le tradizioni di tutto il mondo ambientano nei boschi i racconti di esseri vicini al soprannaturale, e non a caso nel mondo tanti religiosi scelgono questi luoghi per vivere (penso alla gita di domenica, dove siamo andati all’eremo di San Zeno). Questo ci riporta al concetto di avventura, non solo per imparare a fronteggiare il rischio, ma soprattutto per insegnare che il sale della vita è il misterioso, lo sconosciuto. Andando in compagnia alla scoperta di questi luoghi, le amicizie lievitano bene con questi ingredienti. Esplorare la natura sconosciuta c’insegna che il mistero, e quindi le storie, le possiamo impastare noi mettendoci in cammino, varcando noi davvero lo sconosciuto. E’ l’idea del superamento del limite, non inteso come il raggiungere una vetta sempre più alta, ma come l’appassionarci allo scoprire in condivisione, al piacere di ampliare le proprie mappe emotive: andando domenica in Val d’Intelvi, i luoghi scoperti insieme alle persone hanno formato un’alleanza, una convivialità tra noi uomini e la natura, che ci porteremo in tasca come un fuocherello segreto.

Domenica scorsa siamo saliti all’Eremo di San Zeno, una collina che domina la prima parte della valle e da cui si vede il lago di Como fino al bivio di Bellagio. Abbiamo mangiato al sacco lassù, è una salita abbastanza facile. Poi Paolo e Fulvia, che conoscono bene quei luoghi, ci hanno portato a Erbonne, un paesino al confine con la Svizzera, dove c’è un’osteria molto graziosa, L’osteria del Valico, che è un ex scuola elementare, oggi il paese sembra conti solo 8 abitanti. C’è anche un museo di circa 20 metri quadri che racconta del contrabbando romantico che c’era in quelle zone fino agli anni ‘60. Abbiamo anche passato un ponte che fa da confine con la Svizzera, iniziando un po’ per gioco il sentiero svizzero. Al ritorno, al parcheggio, abbiamo incontrato una signora bella in carne con un velo in testa, una ford anni ‘70 col bagagliaio aperto e una bilancia dentro, abbiamo preso un po’ di formaggio della sua stalla. Le curve dolci del lago di Como verso sera e la fila in macchina ci hanno accompagnato a casa, permettendomi di conoscere meglio Kiki, una nostra amica taiwanese che studia in Italia e che mi ha raccontato di un progetto particolare che sta creando con sua sorella, dove creano delle opere artistiche sulla memoria emotiva della loro famiglia.

La prossima gita vorrei farla fra qualche settimana ai bordi del lago di Como o di Lecco. Le ipotesi sono la Greenway di Como, una passeggiata sul versante ovest del lago, o un pezzetto del Sentiero del Viandante, lato Lecchese, che abbiamo già fatto in passato ed è semplicemente incantevole: si tratta di strade acciottolate antiche che passano tra paesini minuscoli, campi coltivati, boschetti e ruscelli, con l’incanto del lago a tenerti compagnia. Maggiori dettagli nel prossimo episodio.

Il retroscena educativo

Una storia legata ad una volpe d’Introbio ho cominciato a crearla con mio figlio più o meno un anno fa, ne abbiamo fatte molte versioni, ho usato i nostri ricordi di una casa in Valsassina in cui andiamo. E’ importante, quando provate ad inventarvi una storia con i vostri bambini, che attingiate da qualche luogo affettivamente vicino, che vi ha lasciato un segno. Questo vi aiuta a creare una storia semplice e bella, ed è anche una cura per voi stessi: addormentare un bambino con una storia ambientata in un luogo che vi piace è anche raccontare a voi stessi una storia prima di andare a letto.

Come sempre, se vi piace il progetto, aiutatemi a condividerlo con chi ancora non lo conosce e potrebbe essere interessato.

Share

Se scopri ora Storie con mio figlio, puoi iscriverti alla newsletter per ricevere ogni sabato alle 10 (!) il nuovo episodio. A presto!

La storia

Dopo essersi ferita, una volpe conosce una famiglia che abita in montagna e crea una relazione speciale con loro.

L’audio lo trovate in alto a inizio post, la trascrizione qui sotto.


La volpe d’Introbio

di Francesco Lovati

(questo testo ritmicamente è pensato per  essere letto ad alta voce a dei bambini. Le note tra parentesi sono dei suggerimenti d’interpretazione)

Questa è la storia di una volpe che abitava vicino a Introbio. Ti ricordi di quella volpe che aveva i cucciolini? Che si era fatta male alla zampa, c'era un dottore che abitava lì vicino con la porsche, che la aiutava? Insomma: questa volpe lui l'aveva fatta guarire e la volpe e si era affezionata molto alla sua famiglia, andava a trovarli ogni tanto. 

Era una volpe mamma, infatti aveva avuto dei cucciolini.  

Una sera passa  vicino a casa loro. I bambini ogni tanto guardavano fuori dal giardino, quando erano a casa e stavano cenando. C’era un po’ di luce accesa quella sera, il fuoco scoppiettava nel camino. Fuori non si vedeva bene, però i bimbi vanno col naso contro la finestra, mettono le mani a coppa davanti e spiano fuori nel buio del giardino (farlo davvero), perché sanno che ogni tanto, qualche volta, la volpe passava a trovarli. Nel pomeriggio, mentre erano fuori in giardino a giocare, gli era sembrato di sentire un piccolo verso, tu ti ricordi come fa la volpe? Avevano sentito un verso che sembrava quello della volpe. Allora con il viso schiacciato contro il vetro spiano nel buio per trovarla. A un certo punto gli sembra di vedere qualcosa, in fondo in fondo, dove c’era buio, dove c’erano gli alberi. Un attimo, un movimento. 

“Ah, la volpe, la volpe!”, vanno a dire al papà e alla mamma. La mamma apre la porta, va fuori. La apre piano piano e va in giardino. I bambini vanno sotto le sue gambe. Sta zitta. A un certo punto si sente lo stesso verso che avevano sentito i bambini al pomeriggio, “Uu, uu, uu”. 

“La volpe, la volpe!”

“Shhh”, dice la mamma. Rientrano subito in casa: la mamma aveva appena cucinato un brasato molto buono, molto profumato, e quando si era aperta la porta di casa, subito l'odore era uscito in giardino. La mamma e i bambini tornano dentro. Faceva freddino. La mamma prende un po’ di questa carne umida con verdure, e la mette in una bacinella bella grande di bambù, così viene fuori un bell’odore forte, esce fuori, la tiene in alto per non farla cadere e la appoggia all’inizio del prato, prima del bosco. Poi chiude la porta, si mettono dietro la finestra con la testa, spengono un po' le luci, lasciano acceso solo il camino e guardano, guardano nel buio. 

C' era una mezza luna, non era luna piena, però illuminava. Rimangono fermi dietro la finestra. A un certo punto vedono che là in fondo (indicare), dietro i cespugli, veloce, veloce, si avvicina qualcosa con la testa bassa, un po' schiacciata col corpo: era una volpe. Era proprio la volpe. Il Papa era rimasto anche lui un po’ nascosto dietro il muro e appena la vede dice: “E lei”, perché aveva la coda con un ciuffetto bianco.  Va vicino alla zuppa, si mette col nasino vicino, sente subito che era molto buona, però era ancora un po' calda. Mamma mia! La mamma non ci aveva pensato, era troppo caldo il brasato per portarlo via. Però vedono che comincia a leccarlo un pochino, a ciucciare un po' il sugo. Poi vedono che con i denti prova a prendere un pezzetto di carne. Forse voleva portarlo ai suoi cucciolini? Prende il pezzettone di carne e lo tira fuori sull'erba, rovescia apposta tutta la zuppa sull'erba, gli dà dei colpi col naso e la fa cadere tutta. Forse era un trucchetto per farla diventare un po' più fredda, così poteva portarla ai cucciolini. Va lì, si strofina contro col naso per vedere se era fredda, la prende coi denti e scappa via. Poco dopo si vede che torna, fuup, prende un altro pezzetto, fuup, e scappa via nel cespuglio, fa avanti e indietro, fino a che non resta più niente. Rimangono lì a guardare e basta. Poi non la vedono più.

A letto poi i bambini vogliono che il papà gli racconti quella storia di quando lui l'aveva aiutata: l'aveva trovata in mezzo alla strada ferita, lei aveva paura, però si era fatta male alla gamba. Lui era riuscito a curarla perché era un dottore e dopo l’avevano riportata nel bosco perché sapevano più o meno dove abitava. Avevano visto una volta una tana un po dentro il bosco, vicino alla strada, l'avevano messa la' e avevano trovato anche i cucciolini, erano la' che aspettavano la mamma, era tanto che non ciucciavano il latte e avevano fame. 

I bambini ascoltano questa storia mentre i loro occhietti si stanno chiudendo, piano piano si stavano chiudendo, mentre ormai tutto era buio. Il camino era quasi spento. Erano belli sotto le coperte. Piano piano gli viene un po' di sonnino, e chiudono gli occhi.

FINE

Tutti i diritti sono riservati. Legge 248/00 e modifica legge 633/41.

Share

Discussione su questo podcast

Storie con mio figlio
Storie con mio figlio
Ascoltaci mentre inventiamo storie sbuggolose, scopri i retroscena educativi e le avventure-passeggiate da fare insieme a noi!