28-5 gita Pian del Tivano + Osservatorio Astronomico Sormano
la prossima gita tra natura e stelle + sul primato del mistero sulla conoscenza + un audio-dialogo con mio figlio sul buco nero.
Ciao a tutti, benvenuti al ventinovesimo episodio di Storie con mio figlio, un benvenuto speciale alle nuove iscritte Laura e Francesca!
L’avventura
Domenica 28 maggio faremo una passeggiata in zona Pian del Tivano, una sorta di piccolo altopiano tra i laghi di Como e Lecco, un luogo che mi ha sempre attratto: faremo un pic nic insieme e più tardi assisteremo all’evento organizzato dall’Osservatorio astronomico di Sormano, che dalle 15 alle 21.30 farà l’osservazione del Sole di giorno e della Luna e di Venere la sera. Il luogo dista circa 1 ora e un quarto di macchina da Milano. Più dettagli a seguire, intanto segnatevi la data! Sopra, una foto dell’Osservatorio.
Il retroscena educativo
Il focus è la conoscenza o il mistero?
Lo spazio da un po’ di tempo è entrato nelle storie che invento con mio figlio. Le più richieste sono quelle sui buchi neri. L’errore in cui sento che è facile cadere quando mio figlio mostra una passione è quello di passare subito alla versione infarcimento, al dargli nozioni su quella cosa, convincendomi che la sua fascinazione venga soddisfatta con la conoscenza.
E’ gratificante poi vedere che mio figlio spiattella davanti agli altri nozioni di pianeti, stelle e buchi neri dopo che abbiamo sfogliato insieme un libro, per giunta ricordandosi le cose meglio di me. Questo compiacimento però è pericoloso perché distrae dalla missione vera, che è quella di ascoltare la sua fascinazione verso questo nuovo mistero, senza cadere nel trabocchetto del dare un nome a tutto, di dover per forza nominare le cose correttamente. Quello che conta per lui, più che la conoscenza, è l’avventura di cui quel mistero profuma.
Solo mettendomi in testa come prioritario il salvaguardare quel mistero, potrò raccontargli che “forse quello è Marte”, che “forse quella più brillante laggiù è Venere”, non perché sappia nuove cose, ma perché sapere che “quello è Marte” renderà il mistero più concreto, dunque avventuroso.
Per farlo felice e giocare davvero con lui devo insomma concentrarmi sul mistero, non sulla conoscenza, solo allora quest’ultima sarà viva, cangiante come la curiosità di un bambino.
Al parchetto
E’ fondamentale guardare il cielo. Molti di noi vivono in città, qualche sera fa sono uscito con lui al parchetto davanti a casa e Marte, i carri, Venere si vedevano bene. E’ stato un gioco avventuroso indovinare, chiedere a lui cosa potesse essere, provarci io: “magari quella è la galassia di Andromeda?”, “Quello è sicuro Marte, guarda com’è rosso”, “e il buco nero dov’è?” Già, dov’è? L’infinitezza dello spazio ci aiuta a farci tornare bambini, ci aiuta a tornare piccoli e ignari davanti a un mistero sempre troppo grande.
La storia
Dialogo con un buco nero
Un paio di mesi fa non ricordo come abbiamo fatto una storia che era un gioco, in cui mio figlio era il buco nero e ci parlavamo. Qui sopra ne trovate un estratto. E’ un altro modo per costruire storie insieme, quello che loro impersonino un pezzo della storia, un modo anche per dare loro più ufficialmente voce in capitolo nel crearla, nel decidere.
Buon ascolto, e ricordatevi del 28 maggio, vi aspettiamo! Vi ricordo anche che il 30 aprile facciamo la notte al rifugio in Valgrande, per chi volesse unirsi anche per la giornata, sarà molto bello. Per qualsiasi cosa scrivetemi a storieconmiofiglio@gmail.com
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