La fragilità forte dei bambini
una piccola poesia e dei consigli di lettura su un tema sfuggente + un frammento di storia in volo, sognando la Valgrande.
Ciao e benvenuti al ventiquattresimo episodio di Storie con mio figlio.
Oggi inauguro una modalità di episodi più intimi, non necessariamente con un podcast, per esplorare temi che ricorrono nella mia ricerca insieme a mio figlio.
C’è qualcosa d’indomito, di selvaggio e al tempo stesso di vulnerabilissimo nel modo in cui i bambini piccoli gestiscono il mondo letto dagli adulti che li circondano. In questo mix misterioso di perseveranza e di fragilità sta il miracolo della loro testimonianza. Più leggo, più osservo mio figlio, più noto gli errori che faccio, più sento a pelle la vulnerabilità dei bambini, la loro vulnerabilità davanti ai nostri errori e al tempo stesso la loro resilienza.
E’ un tema grande, lo sfioro soltanto qua sotto con una piccola poesia e dei consigli di lettura.
Prima di dormire
Quando la sera sei come preso da un demone
Dell’allegria, del gioco infinito
Vorrei poter non avere il tempo che ticchetta
Stare ad osservare i mille giochi che inventi
Se non ti spingiamo a letto la mattina dirai che sei stanco
Eppure mi sto perdendo davvero tanti nascondigli, storie segrete, misteri
Se solo avessi il tempo di ascoltarti
Cerco un modo per rispettare quel tuo rapimento
Invoco la pazienza
Non è facile
Due mondi che cercano di comunicare
Letture:
Sto leggendo un libro, “The myth of the spoiled child”, di Alfie Kohn, autore che vi ho già segnalato per “Amarli senza se e senza ma: dalla logica dei premi e delle punizioni a quella della ragione e dell’amore” (titolo tradotto male: “Unconditional Parenting: moving from Rewards and Punishments to Love and Reason” è l’originale). Sul tema della vulnerabilità, il suo Unconditional Parenting mi aveva illuminato per la lucidità con cui spiega i mille modi in cui più o meno consapevolmente gli adulti sono capaci di usare il loro squilibrio di potere per direzionare i bambini. Come già per Unconditional parenting, anche The myth of the spoiled child può parere all’inizio ripetitivo nella dovizia con cui contesta le tesi più comuni sul fatto che, detto terra terra, i bambini d’oggi siano viziati. Ma è uno studioso vero, e dunque cita studi su studi, articoli su articoli, per avvalorare ciò che dice e devo dire che, come l’altro, più vai avanti più diventa interessante, aumentano gli esempi. E’ un libro che m’interessa molto perché ho sempre più notato come il tema della frequenza dei bambini genericamente viziati, in cui tutti paiono credere incluso il sottoscritto, è spesso però buttato dentro la conversazione in modo qualunquistico, a sproposito, e dunque voglio andarci a fondo. E’ un po’ il light motif del “ai miei tempi”, che sin da piccolo non mi ha mai convinto, e ogni volta che lo sento rivenir fuori drizzo le antenne. Il capitolo in cui sono approdato ora poi m’interessa particolarmente perché sta cominciando a criticare il must del renderli autonomi, che è uno dei pilastri su cui sto lavorando con mio figlio e in cui credo fortemente, e mi fa molto bene essere provocato su un tema a me caro, soprattutto se praticamente nessun altro lo fa e se chi lo fa lo fa con la professionalità di Kohn. Qui trovate una pagina d’estratto da leggere.
Un altro libro che sto leggendo è “Lo stralisco” di Piumini. Lo trovo bellissimo per la delicatezza con cui racconta l’amore che si va creando tra un bambino e un pittore: un bambino figlio di una specie di re turco, a causa di un allergia non può uscire di casa e un pittore famoso viene assoldato dal padre per dipingere paesaggi da sogno sui suoi muri delle stanze del bambino: il modo in cui Piumini tratteggia le domande e le affermazioni che il bambino fa, il dialogo tra i due insomma, è illuminante, mostra un vero ascolto della logica misteriosa e limpida di ogni bambino ed è un ottimo esercizio per noi adulti. Inoltre la prosa di Piumini è davvero magica. Lo avevo già notato leggendo un altro suo libro, “Mattia e il nonno”, altrettanto delicato, speciale. Mi pare che Piumini metta in scena appunto questa fragilità forte dei bambini, quel non so che che hanno che gli permette di vedere, capire ma soprattutto fare domande che gli adulti sembrano smarrire, quel loro essere vulnerabili alla conoscenza più vasta degli adulti, e al tempo stesso più saggi nel saper scardinare le rigidità che gli adulti proiettano sul reale, vedendo molto più facilmente la malleabilità della materia magica di cui è fatto il mondo. Mi piace molto anche per la delicatezza con cui lo scrittore ci porta a questo sentimento, con cui ci affeziona ai personaggi. E’ un libro anzitutto per adulti secondo me, nel senso che chi può beneficiarne di più è un adulto. E poi, banalmente, è un libro che parla della bellezza d’inventare storie insieme, quindi mi ci ritrovo tantissimo. Qui trovate una pagina d’estratto da leggere. Non l’ho ancora finito ma credo diverrà, insieme a Danny il campione del mondo di Roald Dahl, un libro che regalerò a chi tra i miei amici sta per diventare genitore, perché meglio di mille manuali racconta come rendere magica una relazione tra genitore e figlio.
Un ultimo libro che vi segnalo, che in qualche modo si riallaccia al tema della fragilità ma anche della forza dei bambini e della loro irrimediabile distanza dalle nostre logiche, è “Di cosa parlano i libri per bambini - la letteratura per l’infanzia come critica radicale”, di Giorgia Grilli. Sono ancora all’inizio quindi non so dire molto ma vi voglio linkare una pagina di un capitolo dedicato a Maurice Sendak, il famoso scrittore de “Nel paese dei mostri selvaggi”, fa delle citazioni del suo pensiero stimolanti sul tema della forza-vulnerabilità dei bambini: estratto pagina libro. Il libro lo trovate in biblioteca a Milano (l’unica copia credo di averla io…) e su amazon. Una mia amica di cui mi fido me l’ha consigliato come fondamentale da leggere, quindi credo valga.
Estratto audio storia - avventura Valgrande:
Concludo questa newsletter con un estratto audio di 3 minuti di quella una storia su cui sto lavorando, l’audio che ascolterete si svolge vicino alla Valgrande, dove vorrei fare prossimamente una passeggiata. E’ un frammento di una storia registrata un anno fa. Riguardo alla passeggiata vera, ho già visto un rifugio un po’ sopra Ispra, sarebbe bello anche fermarsi lì una notte: è un rifugio sui mille metri e ci si arriva anche in macchina, poi si può fare una passeggiata lì vicino, tornare la sera per cena al rifugio, dormire lì. Questo si avvicinerebbe di più all’idea di avventura, di esperienza, ovvero di cose non fatte di corsa.
Scrivetemi per dirmi cosa ne pensate di quello che vi ho segnalato, per consigli o altre cose che vi vengono in mente. Buon ascolto, buone storie con i vostri cuccioli.