Gita 28 info + nostra nuova storia
Su come unirvi all’ avventura al Pian del Tivano e all’Osservatorio Astronomico. Nella seconda parte potrete ascoltare le nostre voci mentre inventiamo una storia ambientata lassù
Trentesimo episodio
Un benvenuto alle nuove iscritte Elena, Ilaria, Francesca, Paola, Agnieszka, Barbara e a un misterioso sconosciuto.
L’avventura:
L’appuntamento è per domenica 28 maggio alle ore 9.30 nel parcheggio davanti all’Agriturismo Binda (mappa), nel mezzo del Pian del Tivano. Da Milano in macchina ci si mette circa un’ora e un quarto. Mettete scarponcini da montagna impermeabili perché i prati potrebbero essere bagnati (se non li avete, da Decathlon ne trovate a brezzi buoni per bambini e adulti). Andiamo anche con tempo incerto, se invece è prevista pioggia battente salta. Scrivetemi se venite così so quante persone aspettare: 3336112174. Bisogna portarsi il pranzo al sacco. E’ un percorso quasi ad anello di circa 6-7 km per circa 200 metri di dislivello, con dei bambini saranno circa 3 ore di camminata che spezzeremo con il pranzo e altre pause. Credo sia fattibile a piedi da bambini dai 3 anni e mezzo in su, è una gita adatta per abituarli a camminare, non breve ma neanche molto difficile, i bambini poi si motivano a vicenda. Per chi volesse salire di più, dall’Alpe Spessa parte un sentiero che arriva fino al Monte San Primo. Quando a metà pomeriggio raggiungeremo la Colma di Sormano, se c’è bel tempo potremo assistere all’osservazione del cielo organizzata dall’Osservatorio Astronomico, o anche solo fermarci alla locanda in cima alla Colma. Intanto qualche adulto potrà andare a recuperare le macchine, distanti circa un chilometro di cammino.
L’altra mattina sono partito presto per fare un sopralluogo: dal Pian del Tivano, passato l’agriturismo si attraversa una fila di casolari ai due lati della mulattiera, passando poi per un boschetto, potremo scegliere se passare un torrente in secca o proseguire per la mulattiera che costeggia due rifugi per le mucche: l’altra mattina ho tagliato per il torrente, circondato da prati, qualche cacca e un corollario di dolci faggi. Arrivati all’Alpe Spessa ci accoglierà un faggio maestoso, mangeremo e creeremo una storia ambientata in quei luoghi.
L’Alpe Spessa è un luogo sospeso, alto, vi consiglio di non guardare foto su internet e coccolare il bambino che è in voi col calore dell’attesa.
La storia:
Tornato dal sopralluogo, la sera ho raccontato a mio figlio quello che avevo visto, poi abbiamo inventato una storia insieme. Sotto potete ascoltarci mentre la creiamo e leggere la trascrizione fedele del racconto.
Se vi lasciate ispirare, rientrati dalla passeggiata potreste provare a inventare la vostra storia, mischiando il vissuto con la creatività dei vostri figli, sarà un viaggio dolce e libero.
Ti ricordo che se Storie con mio figlio ti piace e vuoi aiutarmi a farlo vivere nel tempo puoi scegliere di abbonarti. Se ti abboni annualmente riceverai il nostro primo libro “Danny e il fiore della Val d’Intelvi”.
PS: Grazie a Fabio per averlo fatto qualche giorno fa!
Un Rex al Pian del Tivano
L: Mi racconti una bellissima storia? Di macchine, di treni.
F: C'era una volta una macchina che stava volando.
L: No. Ok
F Volava in alto in alto, in mezzo a delle nuvole molto molto gonfie, non vedeva più niente: allora fa partire i tergicristalli (rumore di tergicristalli): tr tr tr tr tr tr tr tr tr tr tr tr, fino a quando (rumore di frenata e scontro): iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii - boooooom, vanno a sbattere contro qualcosa. Si ferma, scende giù il signore con la barba che guidava questa macchina (una barba molto lunga) e vede che era andato contro un tetto tutto fatto di pietra e quel tetto si era un po' rotto, (qualcuno grida):
- Ooohhhh,
esce fuori dalla casa un signore che dice:
- Peeerbacco peeerbacco, avete rotto il mio tetto, ma lo sapete cos'è questo?
- Eh mi scusi, mi spiace, cos'è..?
- Come facciamo a veder le stelle se non funziona bene il tetto?
- Eh ma cosa c'è?
- Eh mamma mia lei non sa, lei non sa...
Insomma, comincia a spiegargli che quello era un osservatorio per vedere le stelle e dentro c'era un cannocchiale.
- Il cannocchiale, il cannocchiale, se si è rotto il cannocchiale come facciamo?
Allora il signore con la barba prende un pezzo del vetro della macchina e dice:
- Se vuole può usare il vetro della mia macchina per fare il cannocchiale.
- Ehhhh, figurati se mi va bene il vetro della macchina. Va beh proviamo dai.
Allora prendono una sega (rumore di sega) chch chch, chch chch, chch chch, tagliano un pezzo del vetro della macchina, lo sistemano sul cannocchiale che si era rotto, provano a riavvitarlo bene, guardano dentro il buco per vedere le stelle, e però...non vedono le stelle, vedono solo...una cosa nera...era...era...un... buco...
L: Cos'era?
F: Non lo so, non lo so cosa fosse. A un certo punto vedono una cosa nera nera nera che girava come una specie di spirale.
L: Ah ah: buco nero!
F: Forse era un buco nero
- Oh, aspetta: è incredibile, vedo un buco nero!
Dice:
- Ma come fai a saperlo?
- Eh: questo vetro della tua macchina è incredibile, voglio provare ad usarla.
Il signore delle stelle salta subito sulla macchina, riaccende, wuuum, la macchina comincia a rivolare, parte in cielo e scompare dentro le nuvole. Il signore con la barba lunga non sa più cosa fare, vede che c'è lì un bar, si ferma lì e si mette a mangiare delle brioche, a mangiare un po' di roba. A un certo punto si sente di nuovo : Buuuuuuum, (rumore di motore che si spegne) ch tu tu tu tu tu tu tu, di nuovo torna la macchina, scende giù il signore tutto vestito, tutto pieno di ghiaccio un po',
- Ho visto...l'ho visto, ho visto il buco nero da vicino
- Eh, com'è possibile?
- L'ho visto l'ho visto, questa macchina è incredibile, si può arrivare vicino ai buchi neri.
Allora il signore con la barba dice:
- Va beh, fammi salire anche a me, voglio provare anch'io.
Il signore dalla barba lunga accende la macchina, parte di nuovo, vola anche lui nelle nuvole come prima però non riesce, rimane sopra Milano, rimane nelle zone qui vicino. Torna di nuovo lì, in quel posto lì, alla Colma di Sormano, riatterra e dice:
- Ma io non ho visto alcun buco nero
dice,
- Ma no ma no no, perché io sono andato diretto dove sono andato col cannocchiale,
dice:
- Guardi non so cosa dire, io non ho visto niente
L: Poi arrivo io: Ah ciao.
F: Ok, arrivi tu, e cosa succede?
L: Ah, lo sapete che ho visto un buco nero pericolosissimo? Vado io ok? Uno due tre: wwwwffff. Ehi, buco nero: ti attiro! Buuum. Ecco morto.
F: Ah, e il buco nero cosa succede, scompare?
L: Si.
F: Torni dalla macchina, torni giù anche tu, dice:
- Eh, com'è andata?
- Bene, ho fatto così e il buco nero morto.
- Ah, allora come facciamo dai?
- Io voglio vedere le stelle però, dice il signore con la barba lunga
L: Ok. Aspetta, faccio io, guardo prima io: oh, ho visto un bel buco nero, faccio io: Wwwwssssh.
F: Eh ma aspetta, sei andato a vedere dal cannocchiale?
L: Si, ho visto un buco nero.
F: Ok
L: E' ancora lì, provo ad andare con l'astronave. Vado vado vado a casa mia...ecco l'astronave, ecco, entro, wwwffff, ccccchh, bbuuuuu. Ah ah ah.
F: Cosa succede?
L: E' morto il buco nero.
F: Ok.
L: Vado: ah, si vede bene, non c'è quella cosa nera bruttissima, buco nero.
F: Allora il signore delle stelle, quello che abitava nella casetta che si era rotta, dice:
- Ho un'idea: venite con me per questo sentiero, vi porto in un posto in alto in alto dove di notte si vedono delle stelle incredibili.
Allora vanno su, su questo sentiero pieno di cacche, pieno di fiumi, pieno di faggi tutti un po' segreti...
L: Vado io ok? No no no no no, non andiamo a piedi sennò ci sono delle volpi e cadi, bruttissime che fanno wwuuuaaaiiii.
F: Ok, e come facciamo allora?
L: Faccio io ok, provo a andare io, con la macchina si va, si va con la macchina.
F: Come?
L: Con la macchinina.
F: Volando?
L: Con la macchina.
F: Eh ma come facciamo? E' in montagna, è un sentiero quello lì, non ci passano le macchine.
L: Ho un'idea: trasformo con la mia macchina, ccchhuuuiiii, e unooo, e duee e tree: stranasentiero!
F: Cosa è diventata?
L: una stradasentiero
F: Ah, ah ok, quindi si allarga la strada? Ho capito. Va beh allora saliamo su questa macchina, che diventa quasi un cavallo forse,
L: No. Si trasforma, piano piano, faccio io ok? (suono di trasformazione progressiva) mmmmmhh vvvvvveeeeevvvvv grgrgrgr Arrrgghh Grrrr
F: Che è che è?
L: Arrrrggghh.
F: Cosa è diventata?
L: Si trasforma in velociraptor.
F: Oh mamma mia. Tutte le mucche di quella zona e anche i caprioli che ho visto in alto, fuuum, tutti che scappano via Ahh attenzione, c'era anche il signore di una baita:
- Eh, se ghè?
Esce fuori...
L: Aaaarrrggghh
F: - Ah, che paura che paura
Scappa via, corre via... noi però cosa facciamo?
L: Tu vai a casa tua e poi il velociraptor sta per arrivare in bocca a un cervo, anggg, ho quasi mangiato un cervo, e poi, ho mangiato un cervo, con un boccone.
F: Quindi mangia un cervo?
L: Con un boccone, enorme, faccio: Aaaammm
F: Mamma mia.
L: Ah ah. Poi , racconta tu la storia.
F: Però io faccio una magia e faccio scomparire il velociraptor, perché c'era il signore dalla barba lunga che aveva una specie di...con lo sguardo riusciva a farlo scomparire.
L: Non è vero.
F: Guarda negli occhi il velociraptor, ffuuuum: il velociraptor ritorna macchina.
L: Non è vero.
F: Come no?
L: Nooo,
F: Ma scusa: era un signore che sapeva anche andare sulle astronavi, non era uno mica così
L: Non è veroo
F: Allora scusa "racconta tu", poi non posso raccontare quello che voglio, scusa
L: Ok
F: Il Velociraptor scompare e diventa un cavallo
L: No, diventa...diventa..
F: Diventa cosa?
L: E poi io...Ambarabaciccicocco, chi scelgo da trasformarmi...in un...Ti...rannn-no...sauro.
F: Va bene, si trasforma in un tirannosauro..
L: No faccio io: uno , due, tre, vvvvvv, Arrrgggghh, Grrrr.
F: Ok, noi saliamo sulla groppa del tirannosauro, saliamo su in alto e arriviamo fino al punto in cui si vedeva questo grande faggio..
L: No
F: Eh va be però non posso raccontare niente.
L: No, racconto io la storia: poi arrivano in un grande, grosso, grossissimo cancello dove c'erano dei cani, ok? Poi faccio Uuurrrr, loro si spaventano, vanno in casa, vedono questo tirannosauro, fanno Arrrgggh, Ahhh, scappa via. Poi racconta tu.
F: Scappano via, allora noi ci avviciniamo vicino al cancello e si vede tuuutto il lago, tuuutte le montagne in fondo, tutti gli uccelli che volavano in alto grossi grossi grossi: erano degli uccelli tipo quelli che c'erano, quelli che volavano insieme al tirannosauro, quegli uccelli lì grossi insomma, della preistoria, volavano in alto in alto, allora a un certo punto ce n'è uno che si avvicina a noi, vuuuupp, ci nascondiamo sotto il grande faggio...
L: Perché?
F: Perché il grande faggio era molto antico e molto segreto. Riusciamo a salire sul grande faggio e ci nascondiamo tra i suoi rami, questo uccello, che non so come si chiamava, non riesce a raggiungerci. Dentro il grande faggio in realtà c'era una casetta...
L: No perché quell'uccello aveva paura di quelli in basso che fanno paura.
F: Eh?
L: Avevano paura di quello che faceva: Aaaarrrggh.
F: Paura di cosa?
L: Paura del velociraptor e del tirannosauro
F: Ah, e che cosa fa? Scappa via?
L: Si. Noi che siamo pericolosi, io che sono pericoloso.
F: Va beh insomma, io sono ancora una persona e salgo sull'albero
L: Ok,
F: insieme al signore anziano, insieme agli altri due signori anziani, e intanto tu giravi. Appena tu ti distrai noi vuuup, scappiamo via, vediamo dei caprioli, che sono quelli che ho visto oggi, stanno scappando anche loro però noi gli facciamo (fischio): ffuuiiip, gli facciamo capire che siamo amici, gli buttiamo un po' di robe , di funghi che avevamo trovato in giro, loro li cominciano a mangiare, mentre si avvicinano saltiamo sui caprioli (rumore di galoppo), vup vu vup vu vup vu vup vu vup, e scappiamo via. E tu cosa fai? Rimani da solo?
L: No, io ti avevo quasi raggiunto, tu sali con la mamma sulla mia schiena, Ettore, tutti quelli del mondo che non so, Ettore, Rose, Kate, e poi tutti quelli del mondo vanno su questi tirannosauri e su questi velociraptor. Poi racconta tu.
F: E scappiamo giù di nuovo, anzi no, poi a un certo punto viene un vento fortissimo, vvvvufff, che ci solleva in aria e ci fa sospendere sulle nuvole che c'erano lì, sopra il lago, tra le montagne...
L: E io col buco nero e con il velociraptor e con il tirannosauro ci aiuta ad andare giù a terra
F: Chi ti aiuta?
L: Velociraptor, buco nero, tirannosauro.
F: Ti aiuta ad andare giù a terra? Ma quindi tu non sei il tirannosauro?
L: Io SONO il tirannosauro, che aiuto, io aiuto te, la mamma, Rose e Kate ad andare giù, anche il buco nero, anche il velociraptor. Racconta tu.
F: Ho capito. Va beh poi praticamente questo vento fortissimo spazza via tutto..
L: Noi siamo giù a terra
F: Noi siamo giù a terra, ci troviamo in mezzo al prato
L: No: io sono giù a terra, il buco nero, il velociraptor, noi voliamo, ci trasformiamo in quelli ali e poi andiamo giù a terra. Poi racconta tu.
F: Ci troviamo lì tutti a terra e diciamo: e cosa facciamo?
- Eh, io sono il buco nero, non sono più nello spazio, come faccio?
- Eh ma anche noi, stavamo facendo una gita, ci siamo trovati qui in mezzo al prato, qui c'è anche un tirannosauro, mio figlio è diventato un tirannosauro, come facciamo? Cosa facciamo?
- Eh dice il signore anziano, basta che adesso noi ci mettiamo tutti qua insieme, ci mettiamo qui a cantare una canzone...
- No. no no no no, dice...
L: No no dice il buco nero, perché i tirannosauri e i velociraptor non sanno cantare e non sanno parlare.
F: Esatto. Però a un certo punto vedono i tuoi occhi, negli occhi del tirannosauro vedono che in realtà sono i tuoi occhi, allora ti parlo nell'orecchio e dico:
- (sussurrando) Dai adesso però andiamo ancora in macchina che poi andiamo a fare un giro anche dalla mamma, andiamo in giù, andiamo in giù a fare un giro al parco, andiamo a salutare tutti gli amici.
L: Grrr
F: Allora tu ti fai un po' di versi però poi lentamente...
L: Nooo
F: Cosa?
L: gr gr gr Gggrrraaaaarrrr
F: Va beh niente, allora rimani tirannosauro e loro dicono:
- Eh ma cosa succede?
- Niente, è diventato tirannosauro, torniamo a casa, torniamo a casa così. Allora tutti ci rimettiamo in fila e tu torni a casa e rimani un tirannosauro.
L: In macchina non ci può essere un tirannosauro.
F: Boh, buchiamo il tetto e tu rimani un tirannosauro o tu ci segui per la strada, in mezzo ai prati ci segui, oppure rimani a vivere lì e noi ci trasferiamo lì a vivere.
L: Cosa?
F: Rimani a vivere lì in alto, che c'è tanto spazio, lì al Pian del Tivano, e noi veniamo a vivere lì.
L: No noi andiamo a casa che io sono un velociraptor. Non volo: velociraptor.
F: Velociraptor
L: No velociraptor.
F: Ma tu mica eri un tirannosauro?
L: No non volo, VOLOciraptor.
F: Sentiamo com'è venuta sta storia.
FINE
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